Perché partorire fa paura? I 6 motivi principali e come superarli

Perché partorire fa così paura? Soprattutto al giorno d’oggi, in cui morire di parto o soffrire delle sue complicanze è un’eventualità quanto mai remota. E in cui la possibilità di accedere all’analgesia peridurale è così diffusa.

Vediamo dunque le principali motivazioni che emergono dagli studi a riguardo:

  • Insicurezza indotta dalle storie dell’orrore che molte donne si sono sentite raccontare a proposito del parto.

“Mila punti”, “Lacerazioni da incubo”, “Mi sono saltati sulla pancia”.

Parliamone.

Le donne che hanno avuto un bel parto, e sono la maggioranza, spesso non sentono il bisogno di parlarne più di tanto. Avete presente quando siete tanto ma tanto deluse da qualcosa? Non sentite il bisogno di vuotare il sacco con qualcuno, magari anche con più persone, in modo da stare un po’ meglio, da condividere la delusione? La stessa cosa capita a queste donne. E, se è certo che hanno qualche motivo per essere deluse dal proprio parto, è altrettanto certo che nel raccontarvelo probabilmente esasperano i toni, come facciamo tutti quando siamo delusi.

E, se vogliamo parlare del motivo per il quale sono deluse, certamente esiste, qualcosa non è andato come si aspettavano. Forse per questioni di forza maggiore (patologie, emergenze). Forse per via di traumi legati alla sfera sessuale, o al rapporto con la propria madre. O fobie legate all’ambiente sanitario (aghi, odori, camici, macchinari). Ma, nella più parte dei casi, perché non avevano alcuna conoscenza delle procedure ostetriche, dei metodi di gestione del dolore, dell’importanza delle posizioni per partorire. Forse non avevano chiaro cosa volevano e cosa non volevano per il proprio parto.

Facciamo un esempio pratico. “Mi sono saltati sulla pancia” significa che è a quella donna è stata praticata una manovra, definita “manovra di Kristeller” o “pressione del fondo uterino” che consiste nell’esercitare dall’esterno una spinta sulla pancia della donna, dall’alto verso il basso. Sicuramente è una manovra dolorosa ma altrettanto sicuro è il fatto che sia evitabile. Nel mondo ostetrico-ginecologico sempre più persone parlano dell’importanza di evitarla ma a volte in ospedale viene eseguita. Sapere di poter dire “No, grazie” è importante, avere parlato prima con la propria ostetrica per capire quale è il suo orientamento rispetto ad essa, è importante.

Altro esempio: di solito il marito viene invitato a uscire se c’è bisogno di accelerare il parto tramite l’uso della ventosa. Sapere di poter dire “No, mio marito resta”, è importante.

Importante perchè? Perché non avremmo vissuto ciò che è successo come sopraffazione. Perché saremmo state attive e consapevoli e il nostro ricordo, pertanto, sarebbe stato del tutto diverso. Ricordiamoci queste parole: essere ATTIVE e CONSAPEVOLI nel parto si può. Aiuta a superare la paura. Aiuta a sapere cosa chiedere e quando chiederlo. Aiuta ad avere un parto sereno.

  • Mancanza di informazioni – bassa frequenza ai corsi di preparazione al parto

Come si fa ad essere attive e consapevoli durante il parto? Bisogna essere a conoscenza di ciò che accade durante una nascita. E come? Frequentando un ottimo corso preparto, in cui non manchino né aspetti teorici (quali sono le fasi del travaglio? quali sono le più comuni procedure ostetriche attuate in sala parto?) né aspetti pratici (in che posizione è meglio mettersi per agevolare il parto? quali sono le strategie a mia disposizione per la gestione del dolore? come è fatto il luogo in cui darò alla luce il mio bambino? quali sono le regole di quel posto?).

  • Un precedente parto traumatico

In questo caso consiglio alla donna che ha questa esperienza alle spalle (e che abbraccio con affetto) di affidarsi ad una brava ostetrica, la stessa ostetrica, prima e durante il parto, esaminando insieme a lei cosa non è andato bene e come fare invece del nuovo parto un’esperienza di riscatto!

  • Luogo del parto e ostetrica: due aspetti solitamente sconosciuti prima del gran giorno

Dare alla luce è una cosa intima. Riguarda noi, i nostri più profondi sentimenti, il nostro corpo, le nostre parti intime. Avere almeno un po’ di familiarità con il luogo in cui avverrà, sapere chi è la persona che ci aiuterà in quel momento…è fondamentale per aver meno paura!

  • Rifiuto del dolore in travaglio

La paura del dolore è tipica dell’uomo e della donna di ogni epoca, ma ai giorni nostri, in cui c’è una pillola per tutto e vogliamo essere molto sicuri che le cose andranno bene, forse la paura del dolore è più accentuata che in precedenza. Resta il fatto che, oggi come un tempo, ci sono dolori intollerabili e dolori gestibili e che tutti noi, nel corso della vita, abbiamo fatto esperienza di dolori gestibili. Il dolore del parto è un dolore gestibile. Ciò che conta è avere le informazioni migliori su come gestirlo.

  • Influenza di reality che veicolano un’idea traumatica di parto.

In gravidanza, bando a reality shows come “24 ore in sala parto” o “16 anni incinta” o simili. Ma credete davvero che siano reali? Piuttosto, se proprio volete vedere il video di una nascita, guardate il parto di una gatta su Youtube. Tornate alla natura, perché il parto è natura. Gli animali si muovono in travaglio e adottano le posizioni più idonee a dare alla luce le loro creature, quelle che il corpo suggerisce loro, senza vergogna.

  • Assenza di familiarità con il processo della nascita

Le coppie hanno molti meno figli rispetto alla generazione che ci ha preceduto e a quella ancora precedente. Inoltre le nostre nonne partorivano in casa, e i genitori di chi adesso ha circa 30 anni, come me, si ricordano ancora di quando la madre ha partorito i fratellini o di quando le vicine di casa partorivano.. Mia madre si ricorda l’eccitazione delle donne del palazzo, dell’andirivieni di asciugamani sporchi e puliti, lei e gli altri bambini che origliavano e cercavano di capire cosa succedeva. La nascita era sicuramente una cosa della vita, come altre, molto più di quanto lo sia oggi. Ci si aveva maggiore familiarità, con i suoi aspetti pratici, corporei. E ovviamente, quando una cosa è familiare, spaventa meno di quando è ignota.

Un abbraccio fortissimo a tutte le donne che si apprestano a dare alla luce.

  • E una provocazione secondo me significativa…

Molte donne del secolo scorso ritenevano che fare l’amore fosse doloroso e sgradevole. Oggi abbiamo più familiarità con il sesso e più consapevolezza del piacere. Siamo più attive nei rapporti con i nostri uomini. E poche donne pensano ancora che fare l’amore sia sgradevole e doloroso.

Abbiamo più familiarità. Siamo più consapevoli. Siamo più attive. Parole che in questo articolo sono tornate altre volte…A buon intenditor poche parole 😉

Buona notte, donne.