Nascere ai tempi del covid: l’emozionante storia di Sonia e del suo piccolo Giulio

Ho partorito il 6 aprile, potevo scegliere tra 3 ospedali ed ho preferito da subito il più lontano, un po perché avevo gia partorito li il mio primogenito, un po perché conoscevo tutti ma soprattutto perché mi garantivano l’accesso al papà sia in travaglio che al parto. Oltretutto la maternità e un edificio a se, quindi mi sono sentita subito al sicuro.

Domenica 5 aprile, mi sento strana ma penso sia l’agitazione, qualche perdita, qualche contrazioni in serata e via partiamo.

Arriviamo in ospedale, l’atmosfera e ben diversa dal primo parto, mascherina per tutti, riconosco i visi delle ostetriche ma non posso abbracciarle, e loro non possono abbracciarmi, ed io ne avrei un gran bisogno.

Non sono in travaglio ne altro ma per sicurezza e soprattutto perché non si fidano a mandarmi a casa (disto 40 min) mi ricoverano,.

Mi mettono in una camera da sola.. Il mio compagno può fermarsi un po, mi sento strana.. E tutto cosi strano.

Nessun fiocco alle porte, io con sta mascherina addosso che mi fa mancare il fiato, il mio compagno con sta mascherina ed i guanti che si lamenta gli fan male gli elastici alle orecchie..

Arriva una Oss, e dice che deve andare a casa, che ci saremmo sentiti la mattina per tornare a prendermi, un bacio con la mascherina.. E mi dice “dormo nel parcheggio non che non faccio in tempo ad arrivare”.. Lo prendo in giro e gli dico di tornare a casa.

Quella notte sento un sacco di casino, riconosco l’ostetrica che ha fatto nascere il mio primo bambino, viene in camera e mi dice che se ho bisogno lei c’è ma una mamma ha bisogno di lei..

Sento urlare e capisco che una vita sta arrivando, io intanto sento qualche dolorino ma sto bene mi sembra.

Alle 4 di notte, chiedo di dormire sulla sedia perché la sciatica mi sta per l’ennesima volta mettendo al tappeto. Arriva la mia ostetrica e mi visita.. 8 cm..

Chiamamo il papà.. E sono gia in sala parto.

In quel momento mi e presa una Tristezza.. Mi faceva male la sciatica, volevo un abbraccio, volevo qualche coccola, non si può partorire con la mascherina.. Ma dai..

Il mio compagno mi rendo conto non sarebbe mai arrivato in tempo ed io devo spingere.

La mascherina mi sembra un macigno.. Mi sembra tutto cosi surreale..mi blocco, non ce la faccio, non è quello che volevo, la ginecologa mi cazzia, non devo dire cosi, in quel momento la mia ostetrica mi prende la mano.. E mi dice che va tutto bene, che ce la posso fare e che sto andando bene.. Ricordo solo che mentre me lo dice non le vedo le labbra ma i suoi occhi mi fanno capire che è vero. Mi fido di lei, e dopo 3 minuti il mio bambino e fuori.

Mi sono tirata giu la mascherina all istante per baciarlo, piangevo perché sul serio e stato il mio raggio di sole.

4 minuti dopo il parto arriva il mio compagno, ci rimane male che Giulio è già uscito ma mi vede in forma, mi da un bacio e guarda estasiato il nostro bimbo.

Ora arriva il momento più duro, chiamare il fratello maggiore.. E anche li mi rendo conto che i bambini sono migliori di tutti, il mio grande è felice, sorride e salta contento per aver conosciuto Giulio, mi chiede mamma quando torni, gli dico 2 3 giorni (tanto lui non sa quanto sono) e mi dice occcchei.

Torniamo in camera, mi accorgo che quasi tutte le camere sono occupate, e vedo le altre mamme e ci sorridiamo, anche questa volta lo capisco dagli occhi

Appendo il fiocco fuori dalla camera, non me ne frega niente che nessuno lo vedrà, voglio festeggiare la sua nascita.

Resto in ospedale due giorni, aldilà delle mascherine e guanti, è tutto normale, non ci si fa più caso, si festeggia la vita..

Quando esco dal reparto scoppio a piangere, le ostetriche le ragazze del nido gli infermieri che incontro vedono il mio bambino e sorridono.

Non è sicuramente il parto che pensavo, fino a febbraio avevo immaginato le cose diversamente.. Nonni zii amici, nessuno ha ancora preso in braccio il piccolo, eppure io sento un legame fortissimo con lui.

Sono stata fortunata che è andato tutto bene, lo sono stata per aver avuto un’ostetrica fantastica, sono felice di essere tornata in quell’ospedale in cui mi sentivo al sicuro.

Saremo sempre i genitori /figli al tempo del covid per tanti, io ho impresso nella mente la sala parto, il personale com’era vestito, ma sopratutto lo sguardo della mia ostetrica, siamo fortunati ad essere stati in quella stanza di sto tempo, e grazie a tutti coloro che lavorano ma non fanno pesare nè trapelare i loro pensieri.