Il test del riflesso rosso: cos’è e perché è così importante per il nostro bambino

Il test del riflesso rosso è essenziale per riconoscere precocemente deficit della vista e malattie dell’occhio potenzialmente pericolose per la visione o la vita, come la cataratta, il glaucoma, il retinoblastoma, le anomalie della retina e le malattie a carico dell’organismo intero che hanno manifestazioni oculari.

Il test utilizza la trasmissione della luce da un oftalmoscopio, attraverso tutte le parti normalmente trasparenti dell’occhio fino alla retina (fondo dell’occhio). Questa luce, in condizioni normali viene riflessa generando un riflesso rosso (in maniera simile all’effetto “occhi rossi” che si ottiene quando si fotografa qualcuno con il flash).

La presenza del riflesso rosso ad entrambi gli occhi (simmetrico) rappresenta la risposta normale del test. Ogni fattore che impedisca o blocchi le vie ottiche comporterà un’alterazione del riflesso rosso che, in epoca neonatale, può essere principalmente dovuta a:

  • Cataratta congenita (1 o 2 casi su 10.000 bambini)
  • Tumori della retina, ovvero retinoblastomi (1 su 20.000 bambini)
  • Glaucoma congenito (1 su 10.000 bambini)
  • Altre patologie dell’occhio

Viene considerato normale un riflesso rosso presente e simmetrico in entrambi gli occhi. Macchie nere nel riflesso rosso, un riflesso poco intenso, la presenza di riflesso bianco o l’asimmetria nei riflessi sono tutte indicazioni per l’invio del bambino all’oculista. Tutti i bambini con una storia familiare di neuroblastoma, cataratta congenita infantile o giovanile, glaucoma o alterazioni della retina saranno inviati all’oculista per un esame più completo, indipendentemente dal test del riflesso rosso e dal suo esito.

Lo strabismo (frequente e fisiologico nei primi giorni di vita) o la presenza di muco nel sottile film lacrimale possono determinare alterazioni o asimmetrie nel riflesso rosso, che però non sono segno di patologia, in quel caso. Quindi inutile allarmarsi prima di una visita oculistica più approfondita.

Ci possono essere, inoltre, variazioni significative del riflesso rosso in bambini di differenti etnie, in seguito ai differenti livelli di pigmentazione del fondo oculare. Pertanto l’eventuale invio allo specialista oftalmologo non significa che effettivamente esista una patologia ma avviene spesso per questioni di cautela e conferma.

D’altra parte il test del riflesso rosso eseguito precocemente, prima della dimissione del neonato dall’ospedale, presenta alcune importanti limitazioni dovute alla frequenza di edema palpebrale (palpebre gonfie in seguito al parto) che non permette una buona esplorazione angolare dell’occhio e alla non collaborazione del piccolo, con la conseguente e grande difficoltà di avere una visione simultanea di entrambi gli occhi, cosa molto importante per cogliere eventuali asimmetrie del riflesso.

Inoltre eventuali alterazioni possono non essere ancora presenti o chiaramente evidenziabili alla nascita. Pertanto è essenziale comprendere che una negatività del test alla nascita non esime dalla necessità di nuove verifiche del riflesso rosso nei mesi di vita successivi. Di fatto l’Accademia Americana di Pediatria raccomanda l’esecuzione del test del riflesso rosso come una componente nella valutazione dell’occhio nel periodo neonatale e durante tutte le successive visite di controllo dello stato di salute nel corso del primo anno di vita.