Dopo un cesareo, sempre un cesareo?

Sulle cartelle cliniche delle mamme al secondo figlio che hanno partorito con parto cesareo il loro primogenito, si trova spesso scritta la parola “precesarizzata”. In genere questa parola si trova in cartella a giustificare la ragione di un nuovo ricorso al cesareo.

Quello del cesareo dopo cesareo è un concetto dato spesso per scontato, ma cosa dicono le ricerche scientifiche in proposito?

Se comparato con il taglio cesareo ripetuto, il cosiddetto VBAC (parto vaginale dopo cesareo) offre vantaggi statisticamente significativi per la salute della madre e del piccolo: la ripresa fisica e la degenza sono più brevi, l’instaurarsi del legame tra madre e neonato più agevole e immediato, l’allattamento si avvia più facilmente.

Oltre a questo le donne che scelgono un VBAC scongiurano i classici rischi legati ad ogni taglio cesareo, tra cui complicanze anestesiologiche, tromboflebiti, infezioni, danni alla vescica, emorragie.

Ogni cesareo in più, inoltre, aumenta il rischio di avere una successiva gravidanza ostacolata da placenta previa (posta proprio nel punto da cui il bambino dovrebbe uscire o troppo vicina ad esso), oltre alla possibilità di una diminuzione della fertilità e di un aumento di gravidanze extrauterine.

Nonostante i vantaggi del VBAC, però, molte donne rinunciano all’idea di partorire naturalmente al secondo parto perché viene loro prospettato un aumentato rischio di rottura d’utero. Tuttavia questa evenienza è molto rara e diminuisce con il passare del tempo tra il cesareo e la successiva gravidanza:

  • sotto i 12 mesi tra il cesareo e la successiva gravidanza: possibilità pari al 4,8%
  • 13-24 mesi: possibilità pari al 2,7%
  • 25-36 mesi: possibilità pari al 0,9%
  • dopo i 36 mesi: possibilità pari al 0,2%

In generale, quindi, se la gravidanza si instaura a distanza di circa 2 anni dal parto precedente, il rischio di rottura d’utero nella donna che ha una storia precedente di taglio cesareo è comparabile al rischio di rottura d’utero a cui va incontro qualsiasi donna con utero perfettamente integro.

Da ricordare, inoltre, che la maggioranza delle rotture d’utero avviene per l’uso indiscriminato dell’ossitocina sintetica e di manovre inopportune come la Kristeller.

Per riepilogare:

  • il VBAC (Vaginal Birth After Cesarean ovvero “parto vaginale dopo cesareo”) offre dei vantaggi riconosciuti sia per la madre che per il bambino;
  • Il taglio cesareo ripetuto comporta maggiori rischi per la madre
  • Il taglio cesareo ripetuto può comportare una diminuzione della fertilità
  • Nella stragrande maggioranza dei casi (70-80%) il travaglio affrontato dalla donna che ha una storia pregressa di taglio cesareo…porta ad un parto vaginale senza complicazioni!

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