Conoscere il sesso del bambino prima della nascita: sì o no?

Oggigiorno è possibile conoscere il sesso del bambino prima della nascita in diversi modi: già all’inizio del secondo trimestre tramite esame del DNA fetale circolante nel sangue materno (Harmony Test/Prenatal Safe), tramite amniocentesi o villocentesi, oppure tramite ecografia intorno alla ventesima settimana di gravidanza.

Ma è una buona idea conoscere il sesso del bambino prima della nascita? Certamente è sconsigliabile un esame invasivo come la villocentesi o l’amniocentesi se lo scopo principale per cui desideri sottoportici è quello di sapere se avrai una bambina o un bambino. Quanto agli altri due metodi (ecografia morfologica ed esame del sangue), essi non prevedono alcun effetto collaterale, e peraltro la morfologica è una ecografia raccomandata a tutte le donne in attesa!

La maggior parte delle coppie attualmente opta per conoscere il sesso del nascituro, altre però preferiscono ancora non conoscerlo fino al giorno del parto. E non c’è una scelta giusta ed una sbagliata: tutto dipende dalla sensibilità della coppia a riguardo.

Mia madre nel 1974 non sapeva di aspettare un maschio, mentre negli anni ’80, con me e mia sorella, lo seppe con molto anticipo rispetto al termine della gravidanza, tramite villocentesi. Nel suo caso saperlo le permise di vivere una gravidanza molto più serena, perché purtroppo mio fratello Dario era affetto da una brutta malattia che colpisce solo i figli maschi, ma se non fosse stato per questo forse chissà, forse non avrebbe sentito il bisogno di sapere il nostro sesso (mio e di mia sorella).

Al di là però di queste situazioni, che per fortuna non sono la maggioranza, ecco qui per voi le ragioni di chi ha scelto di optare per la sorpresa e le motivazioni di chi invece ha scelto di sapere in anticipo il sesso…

Sì perché…

  • “In tal modo potevo finalmente riferirmi al feto in modo più personalizzato, chiamandolo piccolina o piccolino, frugoletto o frugoletta, bimbo mio o bimba mia, e questo creava dentro di me un legame molto forte con lei (perché abbiamo saputo che era femmina!)”
  • “Non vedevo l’ora di scegliere il nome e di ripeterlo tra me e me!”
  • “Volevo sapere se potevo davvero sbizzarrirmi in acquisti rosa confetto!”

No perché…

  • “Sentivo che al momento del parto avrei avuto una ragione di gioia in più che mi avrebbe aiutata a vivere positivamente anche le fasi più impegnative del travaglio: di lì a poco non solo avrei avuto tra le braccia il mio cucciolo, ma avrei anche scoperto se era una bambina o un bambino!”
  • “Non ero intenzionata a fare test di screening genetici, né amniocentesi o villocentesi. Quindi restava solo l’ecografia a poterci dire se si trattava di un bambino o di una bambina, ma so che non sempre le ecografie sono ben interpretate: a una mia amica l’ecografista aveva detto che si trattava di una bambina, e invece alla visita successiva a distanza di due mesi ha rettificato! Non voglio trovarmi in questa situazione!”