Rapporto neogenitori – nonni: risorsa inestimabile o miccia esplosiva?

La nascita di un nipote promuove un processo di avvicinamento delle generazioni sulla base del comune stato di genitore. I novelli genitori ricevono dall’esperienza della nascita l’impulso a superare confini sempre esistiti per vedere nei propri genitori, oltre che il ruolo di padre e madre, la loro realtà di uomo e di donna.

Questo normalmente porta  ad un sentimento di autentica empatia che favorisce rapporti più positivi, più comprensivi e più consapevoli dei legami familari.

Per parte loro, i nonni acquisiscono con la nascita del nipote una nuova dimensione temporale, nel senso che in genere hanno più presente il senso del limite della loro vita, ma è una consapevolezza non traumatica perché apportatrice di gioia e perché rappresenta una nuova forma di generatività.

In questa loro nuova esperienza di nascita, la responsabilità e l’impegno (che avevano caratterizzato il loro sentire come genitori) sono normalmente stemperati, mentre è del tutto vivo il coinvolgimento affettivo: si tratta quindi per loro di una esperienza estremamente gratificante.

Il legame nonni-neogenitori è un fattore cruciale nel passaggio di una coppia alla genitorialità: può essere una grande risorsa e portare ad una forte collaborazione, ma può anche diventare una fonte di ambiguità, soprattutto se i neogenitori hanno importanti problemi irrisolti con la propria famiglia di origine.

Da un lato i nonni sono chiamati ad elaborare il proprio ruolo nei confronti del figlio, che diventa in un certo senso un loro “pari”. Nei confronti del figlio i nonni hanno ora due ruoli importanti e nuovi:

  • riconoscere la competenza del figlio/della figlia come padre/madre
  • sostenere concretamente il proprio figlio/la propria figlia di fronte ai nuovi problemi organizzativi che una nascita solitamente pone.

Se però i nonni falliscono in questo cambiamento interiore ed esteriore, molto rilevante diventa l’atteggiamento dei neogenitori che, anche se con difficoltà, dovranno evitare i due estremi:

  • disinteresse dei nonni verso il nipote perché non vengono mai coinvolti
  • invadenza dei nonni verso la nuova famiglia perché non vengono posti limiti alla loro presenza fisica o spirituale all’interno del nuovo nucleo

Se sorgono problemi in questo senso, e la coppia entra in crisi su questo punto, non è mai sbagliato cercare aiuto in uno psicologo, anche solo per una consulenza.

Anche i neogenitori hanno il difficile compito di sviluppare la propria nuova identità di mamma e papà in connessione, ma anche in distinzione, dall’identità genitoriale dei propri genitori. Devono in poche sviluppare un proprio stile, che sarà inevitabilmente in parte simile e in parte diverso, che in parte accoglierà ciò che è stato della loro educazione ed in parte lo rifiuterà.

Credo che il migliore indicatore di una transizione riuscita, sia da parte sia dei nonni che dei novelli genitori, sia la percezione di una modifica del rapporto tra le generazioni, modifica che riconosca e integri le rispettive capacità e che riconosca con la maggiore serenità e chiarezza possibile le differenze e le somiglianze tra gli stili educativi.